Glossario delle startup
Quando si inizia a lavorare su un’idea di business, e in particolare a realizzare una startup, si potrebbero incontrare molti nuovi termini.
In questa pagina, ne riportiamo alcuni, senza alcuna pretesa di produrre un elenco completo. Al contrario, l’idea è quella di una pagina di appunti che si andrà completando nel corso dei mesi e degli anni.
Acceleratore
Soggetto che accompagna le startup in un percorso di “accelerazione”, ossia di sviluppo significativo in un periodo limitato di tempo (normalmente dai 3 ai 6 mesi).
Essendo una “accelerazione”, la startup che inizia il percorso deve essere già in movimento, avendo quindi almeno un team e delle metriche a dimostrazione dell’interesse del mercato nei confronti dell’idea.
L’acceleratore può richiedere una quota della startup in cambio dei propri servizi.
Acquisizione
Un’acquisizione avviene quando una società acquista la maggior parte o la totalità delle azioni di un’altra società per ottenerne il controllo.
Bootstrapping
E’ il processo di auto-finanziamento in cui sono gli stessi imprenditori che propongono il progetto a sostenere economicamente le prime spese necessarie.
Brevetto
Business Angel
Individuo che, a titolo personale o come parte di una rete professionale, investe denaro in progetti imprenditoriali ad alto rischio ma ad alto rendimento atteso, e spesso anche a elevata componente d’innovazione tecnologica.
Oltre al capitale di rischio, il b. a. offre una collaborazione di tipo consulenziale e manageriale, che si traduce in consigli gestionali e in conoscenze tecnico-operative, e una consolidata rete di relazioni nel mondo degli affari, affiancandosi a un proponente con un’idea innovativa ma spesso privo delle competenze necessarie per gestire le problematiche dell’impresa.
I b. a. sono spesso ex titolari d’impresa, manager in pensione o in attività, liberi professionisti con disponibilità di tempo e di adeguate risorse finanziarie che desiderano investire sia capitali finanziari sia capitale umano in progetti coinvolgenti, con l’obiettivo di realizzare nel medio termine significative plusvalenze dalla vendita, parziale o totale, della partecipazione iniziale.
Il rapporto che si viene a creare tra il b. a. e l’imprenditore è spontaneo e basato sulla fiducia: ne deriva, di conseguenza, un rapporto di tipo informale.
Business model
Modello che descrive le logiche secondo le quali un’organizzazione crea, distribuisce e raccoglie il valore.
Business plan
Documento che definisce obiettivi, strategie, processi, politiche e azioni con orientamento a medio termine e che delinea i risvolti economico-finanziari delle stesse. Si utilizza sia per finalità legate alla pianificazione aziendale sia per la comunicazione verso potenziali finanziatori e/o investitori.
Si compone tipicamente di due parti fondamentali, una di natura prevalentemente descrittiva, volta a delineare il modello di b., e una prettamente numerico-contabile, tesa a verificare la fattibilità economico-finanziaria dello stesso. La parte descrittiva ha la finalità di introdurre il lettore all’esposizione dei dati economico-finanziari, presentando il b. e il suo contesto (analisi competitiva e analisi del prodotto-mercato), le strategie e il posizionamento, l’implementazione del piano operativo. La parte economico-finanziaria, invece, traduce in cifre i dati raccolti nella prima, disponendoli in una serie di prospetti, atti a favorire la valutazione del progetto. Il piano economico finanziario prevede la definizione dei capitali necessari per avviare il progetto imprenditoriale (piano degli investimenti), l’individuazione delle fonti di finanziamento (copertura), la valutazione della redditività (conto economico previsionale) e della situazione del patrimonio (stato patrimoniale previsionale).
Cap table
La capitalizazion table, anche nota come cap table, è uno schema che presenta la capitalizzazione azionaria di una società, ossia la suddivisione del patrimonio tra i suoi azionisti.
Corporate venture capital
Investimento che un’azienda, solitamente di medie-grandi dimensioni, fa su una startup attraverso un fondo dedicato. I fondi di cvc rilevano quote di capitale (in genere di minoranza) delle nuove imprese ma non lo fanno solo in ottica finanziaria, come farebbe legittimamente un venture capital “classico”, ma anche per avere un accesso privilegiato alle innovazioni e alle tecnologie sviluppate dalle startup.
Crowdfunding
Raccolta di fondi, per lo più tramite Internet, attraverso piccoli contributi di gruppi molto numerosi che condividono un medesimo interesse o un progetto comune oppure intendono sostenere un’idea innovativa.
Deal flow
Flusso delle opportunità di investimento individuate e analizzate da un investitore nel capitale di rischio
Disruptive innovation
L’innovazione “disruptive”, è quel tipo di innovazione che tende a creare un nuovo mercato, un nuovo modello di business o un nuovo sistema di valori, sostituendo via via i player, le alleanze ed i prodotti esistenti. Essa è solita- mente associata ad una nuova tecno- logia.
Il termine disruptive innovation è stato introdotto per la prima volta dai pro- fessori Clayton Christensen e Joseph Bower nel 1995 all’interno di un artico- lo intitolato “Disruptive Techonologies: Catching the Wave”.
Due diligence
Indagine o revisione effettuata per confermare i fatti di una questione in esame. Nel mondo finanziario, la due diligence richiede un esame dei registri finanziari prima di stipulare una transazione proposta con un’altra parte.
Drag along e tag along
Drag Along e Tag Along sono clausole di trascinamento e di covendita che possono essere inserite all’interno di patti parasociali o statuto di una S.r.l. per limitare il trasferimento delle partecipazioni sociali a terzi. In pratica sono considerate come clausole complementari, per questo motivo sono negoziate contemporaneamente. Entrambe le clausole prevedono degli obblighi in capo ad alcuni soci sulle scelte effettuate da altri soci. Di seguito le specifiche di Drag Along e Tag Along.
Tag Along
La clausola Tag Along – o di covendita – obbliga il socio di maggioranza intenzionato a trasferire le proprie quote a terzi a garantire anche ai soci di minoranza la possibilità di vendere alle stesse condizioni. Per il suddetto motivo questa clausola viene definita come diritto ai soci di minoranza. Ovviamente questi ultimi non sono obbligati a vendere le proprie quote; piuttosto possono decidere se obbligare o meno il socio di maggioranza a garantire la vendita delle quote alle stesse condizioni.
Elevator pitch
Presentazione di 30 o secondi rivolta a un investitore.
Si chiama “elevator” pitch perchè ci si immagina la situazione di trovarsi a tu per tu con un investitore all’interno di un ascensore, e di avere pochi secondi a disposizione per cattutare la sua attenzione prima che arrivi al suo piano.
Equity investment
Acquisto di azioni sul mercato da parte di singoli investitori e aziende, allo scopo di ottenere dividendi dal loro possesso e/o capital gains dalla loro rivendita, in caso di crescita dei valori azionari
Exit
Disinvestimento, ossia la cessione totale o parziale, della partecipazione detenuta dall’investitore al temine di un’operazione di investimento e una volta raggiunti gli obiettivi di creazione di valore all’interno dell’azienda partecipata. La exit può per esempio avveni- re per operazioni di acquisizione o per quotazione in Borsa.
Intellectual Property (IP)
Apparato di principi giuridici che mirano a tutelare i frutti dell’inventiva e dell’ingegno umano.
Sulla base di questi principi, la legge attribuisce a creatori e inventori un monopolio nello sfruttamento delle loro creazioni/invenzioni e pone nelle loro mani alcuni strumenti legali per tutelarsi da eventuali abusi da parte di soggetti non autorizzati.
Incubatore
Struttura creata per agevolare la nascita e lo sviluppo di nuove imprese mettendo a loro disposizione servizi materiali e immateriali (locali, impianti, consulenza, ecc.), consentendo la trasformazione di un’idea in una effettiva realtà produttiva.
Secondo la definizione data dalla Commissione europea, “un incubatore d’impresa è un’organizzazione che supporta e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese”.
IPO
IPO (Initial Public Offering): Offerta pubblica iniziale di titoli azionari con cui una società colloca parte di tali titoli per la prima volta sul mercato borsistico, offrendoli al pubblico degli investitori. Ciò avviene propriamente nel momento in cui una società esprime la volontà di quotarsi su mercati regolamentati.
Lean startup
The Lean Startup è l’approccio descritto da Eric Ries, alla base delle metodologie usate dagli incubatori e dagli acceleratori di tutto il mondo, usato per far partire una nuova startup o per introdurre un nuovo prodotto per conto di una società esistente.
La visione fondamentale è che l’innovazione più efficiente è quella di cui c’è un reale bisogno da parte degli utenti. Il Lean Startup si fonda sui principi del Lean Manufacturing, ovvero il metodo sviluppato da Toyota nei primi anni Settanta in Giappone per ottimizzare il ciclo di produzione.
Mentor
Persona esperta che aiuta e assiste individualmente uno o più persone meno preparate.
Il mentoring parte è un percorso di apprendimento antichissimo, in cui i soggetti più giovani e meno esperti (allievi, junior o mentee) venivano affiancati ad uno più anziano o con più esperienza (senior o mentor) con la finalità di favorirne la crescita in ambito formativo, personale, lavorativo e sociale. Una pratica che dall’antichità è giunta, quasi immutata, fino ai giorni nostri.
In ambito startup, il mentor è spesso un imprenditore, che ha già affrontato una serie di difficoltà che i fondatori di una startup si trovano ad affrontare per la prima volta.
Minimum Viable Product (MVP)
Versione iniziale del prodotto o servizio, che la startup distribuisce, includendo solo le caratteristiche minime utili a raccogliere da subito i feedback dei clienti.
Il metodo prevede l’interazione con il mercato fin dalla fase di idea al fine di validare il binomio problema/cliente prima di realizzare una qualsiasi forma di prototipo; con la validazione iniziale è possibile seguire un processo strutturato per arrivare velocemente, e a bassissimo costo, al primo obiettivo della validazione o invalidazione delle ipotesi.
È una strategia mirata ad evitare di costruire prodotti che i clienti non vogliono, che cerca di massimizzare le informazioni apprese sul cliente per ogni euro speso. Un MVP non è, quindi, un prodotto minimo, ma una strategia ed un processo diretto verso la realizzazione e vendita di un prodotto per determinati clienti. È un processo iterativo di generazione di idee, prototipazione, presentazione, raccolta dati, analisi ed apprendimento.
Il Minimum Viable Product è uno dei fondamenti del concetto della “Lean Startup”
Open Innovation
Modello di generazione dell’innovazione per cui le imprese possono e devono ricorrere a fonti sia esterne che interne per favorire il processo di generazione di nuove idee.
Non Disclosure Agreement (NDA)
Un accordo di non divulgazione, detto anche accordo di riservatezza, accordo di confidenzialità, o accordo di segretezza, è un negozio giuridico che designa informazioni confidenziali, con il quale le parti si impegnano a mantenerle segrete, pena la violazione dell’accordo stesso e il decorso di specifiche clausole penali in esso previste.
E’ un contratto attraverso il quale le parti decidono di non svelare le informazioni indicate dall’accordo. Esso crea una relazione confidenziale tra le parti al fine di proteggere qualche tipo di informazione condivisa dalle parti (tipio è il caso della tutela di riservatezza su informazioni di natura proprietaria o su segreti industriali) salvaguardando informazioni che non si vuole che diventino di pubblico dominio.
Pretotipo
Il pretotipo permette di raccogliere importanti indicazioni sull’utilizzo e sul mercato, per prendere una decisione go/no go su una nuova idea ad una frazione del costo di un prototipo: ore o giorni invece che settimane o mesi, e centesimi invece di Euro. La pretotipazione ti aiuta a sbagliare rapidamente, recuperare rapidamente e ti lascia un sacco di tempo, denaro, energia ed entusiasmo per esplorare nuove modifiche o idee fino a quando non fai centro su qualcosa che la gente sembra volere: la rara e meravigliosa cosa giusta!
(Alberto Savoia, nel libro Pretotype it: make sure you build the right “it” before you build it right)
Service design
Attività di pianificazione e organizzazione di persone, infrastrutture, comunicazioni e componenti materiali di un servizio, al fine di migliorarne la qualità e l’interazione tra fornitore di servizi e clienti. Lo scopo delle metodologie del Service Design è di progettare in base alle esigenze dei clienti o dei partecipanti, in modo che il servizio sia di facile utilizzo, competitivo e pertinente per i clienti
Startup
Secondo Eric Ries, una startup è una organizzazione progettata per creare un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza.
Secondo Dave McLure “una startup è un’azienda confusa su 1) qual è il suo prodotto, 2) chi sono i suoi clienti e 3) come fare soldi. Non appena capisce tutte e tre le cose, cessa di essere una startup e quindi diventa un vero business. Tranne la maggior parte delle volte, ciò non accade”
In generale, una startup è una nuova impresa che presenta una forte dose di innovazione e che è configurata per crescere in modo rapido secondo un business model scalabile e ripetibile.
Per “scalabile” si intende un business che può aumentare le sue dimensioni – e quindi i suoi clienti e il suo volume d’affari – in modo anche esponenziale senza un impiego di risorse proporzionali. La startup, per essere tale, deve essere quindi in grado di sfruttare le economie di scala.
Per business model “replicabile” si intende un modello che può essere ripetuto in diversi luoghi e in diversi periodi senza essere rivoluzionato e solo apportando piccole modifiche.
Pitch
Presentazione di un progetto imprenditoriale, tipicamente rivolta a uno o più investitori, con l’obiettivo di colpire l’audience, facendogli intendere le opportunità di business e invogliandolo ad approfondire la conoscenza del team e del progetto.
Seed
il seed round è uno dei primi round di investimento che una startup raccoglie dagli investitori.
Il rischio dell’investimento in questa fase è molto alto, visto che non si conosce ancora la risposta del mercato, e il prodotto potrebbe non essere ancora stato realizzato.
Spin-off
Impresa nata per scorporamento da un’altra, la quale mantiene tuttavia un ruolo fondamentale nei confronti della nuova realtà imprenditoriale, esercitando su di essa una significativa influenza soprattutto in termini di competenze e di attività svolte. Il processo di spin-off consiste nella creazione di una nuova organizzazione ‒ ‘estratta’ da una precedente ‒ che impiega il know how accumulato dall’azienda ‘madre’ per sviluppare un nuovo sentiero di conoscenze e uno specifico utilizzo che non rientrano in termini istituzionali o strategici nei fini della organizzazione di origine.
A seconda del tipo di filiazione, si distinguono s.-o. imprenditoriali (venture o corporate s.-o.) e s.-o. accademici (academic o university s.-o.). I primi sono una emanazione di un’altra impresa già esistente; i secondi, entrati significativamente nelle politiche industriali dei Paesi occidentali a partire dagli anni 1980 e 1990, sono imprese high tech generate valorizzando i risultati della ricerca accademica, svolta nelle università o nei centri pubblici della ricerca. Questa tipologia consente il trasferimento di conoscenza direttamente nel tessuto produttivo e possiede, con maggiore facilità rispetto alle imprese tradizionali, la capacità di assorbire le innovazioni messe a punto nei laboratori di ricerca.
Traction
E’ l’evidenza quantitativa della domanda di mercato. Rappresenta la prova che il prodotto o servizio è richiesto e può essere espressa, a seconda dei casi, con diverse metriche (Ricavi, Margini, Utenti attivi, Utenti registrati, Engagement, Traffico, ecc…)
Term sheet
Documento legale contenente i principali termini economici e contrattuali di una proposta di investimento. Rappresenta la base di partenza per la successiva redazione del contratto. Non costituisce un documento vincolante, ma contiene le condizioni che devono realizzarsi per poter arrivare all’investimento.
Venture Capital
Il venture capital è una forma di investimento di medio-lungo termine in startup effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa.
L’attività di venture capital non comporta unicamente l’apporto di capitale di rischio, ma riguarda anche una serie di attività connesse e strumentali alla realizzazione dell’idea imprenditoriale; fondamentale è l’apporto professionale dello stesso investitore nell’attività della società, di fatto questi partecipa alle decisioni strategiche dell’impresa apportando le proprie conoscenze ed esperienze professionali lasciando all’imprenditore e al management la gestione operativa. Lo stesso investitore istituzionale può essere una figura di prestigio dell’ambiente finanziario, comportando notorietà per l’azienda stessa e facendo sì che il mercato stesso manifesti fiducia nella società al momento della sua quotazione.
Se la società in cui si è investito ha successo, l’uscita dell’investitore istituzionale si ha quando la società ha raggiunto lo sviluppo previsto. Nel caso di insuccesso l’investitore abbandona quando si rende conto che non è più possibile risolvere la situazione di crisi.